Il
venti gennaio 1995 ( venerdì ) alle ore 18,10 è entrato nella mia stanza un
ragazzo sui sedici anni, si chiama:
“MICHELE”
riccio
e biondo…mi ha detto: Daniela! Ti riconoscerai in questa preghiera…!
Poi
ha aggiunto: “Pregherai per me, come io per te…!
Ricordati
di S. Michele Arcangelo, che è vicino a Padre Pio.!
Nonostante
gli avessi detto che ero radioattiva, Lui ha voluto restare vicino a me.!
Mi
ha dato tanto coraggio..!
Grazie
Signore.
Carissimi, sono felice di condividere con voi la mia
esperienza di quell'indimenticabile incontro.
Io sono Daniela, una signora qualunque, a cui Dio ha però
concesso di conoscere l’Arcangelo Michele personalmente e più da vicino. Non
l’ha fatto per farmi vantare ma l’ha fatto per aiutarmi e darmi coraggio, in
quel delicatissimo momento della mia vita che stavo attraversando con molta
tristezza e scoraggiamento.
Questo misterioso ragazzo venne a visitarmi nella stanza
dell’ospedale Policlinico Umberto I di Roma
nel 1995, quando fui ricoverata per sottopormi ad una dose di iodio
radioattivo per un carcinoma papillifero
della tiroide, premetto che mi fu asportata tutta la tiroide
precedentemente (settembre 1994) e fu in
quell’occasione che trovai nel comodino del letto n°12 un santino di P. Pio.
Mi recai allora a S. Giovanni Rotondo per chiedergli aiuto e
sostegno, comprai anche un libro che parlava della sua storia.
Sapendo perciò che avrei dovuto affrontare alcuni giorni di
isolamento mi riproposi di leggere il suo libro.
La visita di questo giovane volontario, così si definì il
ragazzo, capitò proprio nel momento in cui stavo leggendo la storia del venerabile
padre, stavo piangendo perché non
potendo vedere e parlare con nessuno mi sentivo come una carcerata ed
emarginata. Il fatto, non sembrò stupirmi più di tanto, dal momento che ero
veramente molto scoraggiata e afflitta,
ricordo però che gli dissi come
avesse fatto ad entrare nella mia stanza dal momento che avevo assunto la
pasticca di iodio radioattivo e perciò dovevo stare isolata dalle persone a
causa delle radiazioni che si sprigionavano dal mio corpo e che avrebbero
potuto arrecare dei seri problemi anche a tutti coloro che mi stavano vicino.
Lui mi disse di essersi intrufolato, cioè di essere entrato
senza farsi scorgere dagli infermieri, parlammo di varie cose ma in particolar
modo del suo interesse per gli ammalati, tanto che se non andava a visitarne
almeno uno al giorno non sarebbe stato contento. Io gli raccontai della mia
afflizione e quanto mi rattristava stare così isolata per quattro giorni,
infatti chi assume lo iodio radioattivo di solito deve stare dai tre o quattro
giorni lontana da tutti.
Ricordo di avergli
detto che mi sarebbe molto piaciuto che i miei due figlioli Guido e Simone
avessero avuto, con il passar del tempo, dei sentimenti di volontariato simili
ai suoi.
Una delle cose che mi colpì di questo giovane fu però il
fatto che avesse un viso così bianco
ceruleo che al momento pensai tra me e me:”Questo ragazzo sta male anche lui.”
Stava sempre ai piedi del mio letto una volta
si è diretto verso la finestra, poi mi parlò dell’Arcangelo Michele ma a quel
tempo io non sapevo bene chi fosse. E’ stato circa una mezz’ora abbondante con
me poi mi ha salutato augurandomi la pronta guarigione e se ne è andato.
Qualche minuto dopo riportai
questa testimonianza scrivendola sulla prima pagina del libro che stavo
leggendo di P. Pio, poi telefonai a mio marito e gli raccontai di questo
giovanetto così coraggioso e così caritatevole.
Dopo tre giorni uscii
dall’ospedale e ritornai a casa, i medici mi raccomandarono di stare ancora per
una quindicina di giorni distaccata dai famigliari e di fare i controlli
dovuti. Pian piano ripresi la mia vita di sempre e tornai alla normalità ma non
dimenticavo di pregare e di andare almeno una volta all’anno da P. Pio.
Carissimi io in quel tempo non ci pensavo
affatto alla fede ero in tutt’altre faccende affaccendata, come si suol dire,
gestivo un centro di estetica alle terme Acque Albume di Tivoli, un lavoro
grande e impegnativo che mi dava soddisfazione, tutti i sabati sera andavo a
ballare con mio marito insieme ad altre coppie di amici, l’estate al mare e
l’inverno a sciare con i miei figlioli, insomma facevo una vita abbastanza
mondana.
Dopo tre anni mi colpì un’altra
malattia, la leucemia, e allora dissi a P. Pio:” Da questa non mi salvi neanche
tu..? Non esistono parole per descrivere la pena di quel momento ancora più
angosciante del primo, perché la leucemia è malattia che incute già terrore
solo a nominarla. Questa volta fui ricoverata al centro ematologico di via
Benevento.
La solitudine,
la paura, la sofferenza in quella stanza, si fecero più strazianti, non avevo
più alcuna speranza e tutto intorno a me era tenebra paurosa, non facevo altro
che pensare alla morte, come poteva avvenire questa mia fine e in che atroci
sofferenze..?
A questo
pensiero martellante si aggiunse quello dei miei figli, di Alfonso mio marito e
di tutti i miei cari che avevo lasciati disperati.
Mentre ero
ricoverata guardavo sempre fuori la finestra, vedevo la vita fuori, la gente
che camminava tranquilla sotto il sole di giugno (26/6/98) le foglie degli
alberi agitarsi al venticello romano, le rondini nel cielo che cantavano una
dolce melodia, forse prima non le avevo mai ascoltate con tanto interesse. Ero
buttata su quel letto legata da mille tubicini, per la seconda volta
imprigionata in quella misera stanza, a fianco a me un’altra signora coi suoi
occhi spenti e sofferenti.
Mi sono sentita
come un’aquila ferita, senza più la possibilità di volare in alto nel cielo.
Poco più in là sempre dal vetro della finestra, chiusa ermeticamente, scorgevo
una croce ritta nel cielo, deve essere la chiesa………guardando e riguardando,
fissando il mio sguardo su quella croce, mi venne in mente il Salvatore e la
sua parola infallibile.” Venite a me, voi
tutti che siete stanchi e affaticati ed io vi ristorerò.”Ricordai con molta
nostalgia la pace e la serenità che provai la sera del 13 maggio e 13 giugno
1998 al santuario di S. Vittorino alla quale mi recai invitata da un’amica alla
processione mariana per la ricorrenza delle apparizioni, ricordo di essermi
stupita molto, come se avessi scoperto qualcosa di nuovo, di aver detto:” com’è bello qua..! mi dicevo voglio ritornarci, ma non ci
ritornai perché il 26/6 98, come gia ho detto fui ricoverata.
Il mio povero
cuore ferito dall’angoscia della morte non riusciva a captare la voce di Dio
che invece continuava a ripetermi: “Di che cosa hai paura..? Ci sono qua Io…?
Dopo tante e tante lacrime di amara
rassegnazione, finalmente sono riuscita a fare questa preghiera alla Madonna: ”
O Madonnina mia, se è giunta la mia ora, vorrei tanto venire in paradiso perché
non posso pensare che non esiste, che tutto finisce con la morte.!
Se invece mi ridarai un po’ di salute io ti
prometto che lavorerò per Te, per la Chiesa.
Da quel momento ho sentito dentro di me
nascere la fiamma della speranza,
una speranza che piano piano cresceva sempre di più e che da speranza si
tramutava in certezza di venir fuori da quella tremenda malattia. Sentivo un
forte desiderio di pregare, di stare alla presenza del Signore. Sentivo il
bisogno di comunicare direttamente con Lui sapendo che soltanto Lui poteva
aiutarmi, tanto che un giorno il Professor Mandelli entrato nella mia stanza e
avendo visto con quanto ardore io e Alfonso sgranavamo tutti i giorni la corona
del santo rosario, mi disse:” Perché state sempre a pregare?...non vi fidate di
noi?...io con un fil di voce risposi: ”professore io in questo momento mi fido
più di Dio”. Allora lui mi rispose: ”preghi signora preghi”.
In seguito, la dottoressa Anna Paola Iori,
che stava seguendo il mio trapianto mi disse affinché acquistassi fiducia anche
dei medici:” Signora Rossi noi siamo strumenti nelle mani di Dio, e così è, lo
Spirito di Dio è in tutto e in tutti.
Durante tutto il decorso della malattia, io
ricevevo spesso Gesù Eucaristia, vivevo la sua presenza concreta e reale, parlandogli dolcemente gli dicevo: ”Gesù il
tuo sangue purifichi il mio sangue malato e fa che le tue cellule pure
sostituiscano le mie malate.
Mentre mi preparavano al
trapianto mio marito per incarico del parroco diviene prefetto del Rione S.
Michele Arcangelo, considerate che la nostra cittadina di Villanova è stata
suddivisa in nove rioni ognuno in onore di un santo.
Cominciai a riflettere su tante cose ma in
particolar modo su questo fatto, come era possibile che quel ragazzo si fosse
trattenuto nella mia stanza nonostante io gli avessi detto di essere
radioattiva..? E come era possibile prevedere che dopo tre anni io avrei
pregato per S. Michele Arcangelo..?
Come potete notare dalle parole riportate sul
libro di quell’incontro indimenticabile, il Signore stesso mi ha chiamata a
pregare insieme a Lui per la difesa della Santa Madre Chiesa.
Mi sono sentita coinvolta in questa battaglia
dal momento che ho incominciato a pregare costantemente la sua preghiera
preferita cioè la:”Corona Angelica.”e
pian piano sotto la sua guida e la sua potente luce ho conosciuto più
profondamente il suo ruolo per la difesa della nostra vita. infatti lui mi ha
difesa anche da quest’altra brutta malattia, credo che mi abbia difeso
soprattutto dalla dannazione eterna.
Oggi la mia vita, rinnovata soprattutto interiormente,
riscopre una grande vocazione, quella di pregare e quella di difendere la mia fede
e la mia Chiesa, si perché difendere la Chiesa e la fede è come difendere se stessi e la
propria madre, ovvero la propria dignità di figlia di Dio, ho riscoperto la
fiducia nel Signore Gesù Cristo, nostro unico Salvatore.
Perciò come cristiana
battezzata e vera figlia di Dio non posso non essere al fianco di Michele
e combattere valorosamente per la
mia dignità.
Da quando l’ho
conosciuto riconosco che la
Chiesa mi appartiene strettamente e indissolubilmente, sono
parte di essa, e sono figlia di essa, ho conosciuto anche che la
Chiesa non è soltanto un edificio dove ci sono preti e
suore ma è l’unione di tutti i battezzati, quindi l’unione dei veri figli di
Dio e veri fratelli di Gesù.
Inoltre ho conosciuto che noi tutti siamo un diritto di Dio
perché la Chiesa
stessa è un Diritto di Dio.
Il Signore mi ha anche richiamata
alla grande responsabilità che ho nei confronti della mia Anima e quella dei miei
fratelli, per questo, un giorno di prima mattina, ha gridato forte nei miei
orecchi queste parole: Non calpestare
te stessa.
Cosa significano queste parole..? altro non
sono che un forte richiamo a guardare questa dignità tanto dimenticata da tutti, perciò sono doppiamente
coinvolta in questa battaglia, non debbo
e non posso calpestare questa eccelsa e altissima dignità che il Signore mi ha regalato.(questo vale per tutti ).
Un’altra frase ha gridato forte dentro
di me, e grida tutt’ora, è quella del Profeta Ezechiele che mi dice così: ”L’empio morrà, ma se tu non l’hai
avvisato e ammonito, del sangue di lui chiederò a te.”(Ez 3,18)
Quindi la mia responsabilità è
grande, fratelli miei, perché avendo ricevuto la conoscenza delle cose di Dio,
come posso tacere e far finta di niente..! Per questo in nome di Dio e della
sua Chiesa, per la sua santità e per la sua difesa io non posso più tacere su
questi argomenti e perché i diritti di Dio hanno la precedenza assoluta. (questo vale per tutti.)
Pertanto questa lunga lettera indirizzata a
voi battezzati, è un’opera che S. Michele Arcangelo mi ha ispirata nel corso di
questi anni, e che sto man mano realizzando sotto la sua guida con il massimo impegno.
Credo che questa opera racchiuda
un grande messaggio di fede per tutta la Chiesa, il mondo e l’umanità, e che è legata
proprio alla missione che Dio ha affidato al suo Angelo particolare, “Michele”e
tutti i suoi angeli Santi.
Infatti, Michele, porterà a compimento l’ultima definitiva e vittoriosa
battaglia contro Satana, che
avverrà alla fine dei tempi, ma che è già stata descritta
dall’Apostolo S. Giovanni nella visione dell’Apocalisse.(Gv12,7.) Michele dunque è l’avversario del male,
il suo vincitore per sempre.
Faccio tutto questo lavoro in
collaborazione degli angeli e soltanto per amore di Dio e per amore dei
fratelli, è importante per me che anche loro sappiano ciò che io ho scoperto,
quindi il mio grande desiderio è quello di metterli al corrente di certe cose,
e allo stesso tempo avvisarli e metterli in guardia da certe altre.
Vi prego di non guardare questi
scritti come una cosa che viene da me e basta, ma essi siano per voi l’eco
della voce di Dio, in modo che ci si sforzi tutti, animati da buona volontà, di
seguire con fedeltà il cammino che traccia per noi.
Già, perché è stato per amore che
Dio ci ha rivolto questo pressante appello della Sua Misericordia, allo scopo
di aiutarci nella via della nostra eterna salvezza e affinché tutti si lascino
difendere fiduciosamente dal suo valoroso guerriero “l’Arcangelo
Michele.”Lui è il difensore degli universali e inalienabili diritti di Dio,
essendo il difensore dei diritti di Dio, chi più di lui può rivendicarli con
assoluta autorità..?
Perciò, se oggi, io mi ritrovo a parlare così con autorità
su questi argomenti, è soltanto perché mi è stato conferito dalla Divina Grazia
e per la guida di S. Michele Arcangelo.
Il messaggero di Dio è venuto dunque
ad affidarmi questa opera di Misericordia, perchè tutti ne possano trarre beneficio, la
prima ad essere beneficiata sono stata infatti
io e la mia famiglia: Alfonso
Guido e Simone.
E’ per questo motivo che cercherò con tutta la mia volontà
di restare al fianco di Michele fino alla fine dei miei giorni terreni e
insieme a lui realizzare questa opera che vuole essere a servizio dei fratelli
e sorelle della cittadina di Villanova.
Voglio ringraziare Dio per voi per avercelo mandato come
guida speciale in questo nostro tempo terreno…senza di lui saremmo stati
veramente in balia del male e sotto i piedi di Lucifero, come diceva sempre
P.Pio che se non ci fosse stato S. Michele a quest’ora avreste visto P.Pio
sotto i suoi piedi.
Vi ringrazio per la pazienza che
avete avuta nel leggere questa lunga lettera ( anelito del mio cuore) e poichè credo fermamente che ognuno di noi è
stato scelto dal Signore per portare avanti questo meraviglioso progetto siete
invitati anche voi a far parte degli AMICI
DI S. MICHELE che pregano insieme all’Arcangelo per difendere e salvare
la vita di tutti.
Sarò sempre a vostra disposizione
per farvi partecipi della missione che l'arcangelo Michele si è degnato
comunicarmi per beneficiare anche tutto il popolo di Dio.
Con
affetto e stima la vostra Daniela.